L’esperimento editoriale di Telemaco nasce in un ambiente culturale di indirizzo pedagogico.
Il maestro é un’espressione della comunità locale che usa la cultura come alimento energetico per le nuove generazioni in vista del rilancio del territorio. La Lucania, terra madre, deve allevare al seno i propri figli perché essi possano custodire e sviluppare i tratti identitari della civiltà lucana e, in forza di questa, rendere nuovamente fertile di immaginazione e di progettualità solidale e sostenibile il territorio e i borghi lucani.
Non é un caso che molte piccole iniziative editoriali fanno capo a donne e uomini di punta provenienti dal mondo della scuola lucana. Piccole iniziative su misura dei borghi lucani perché solo cosi la Lucania, può allevare al seno i propri figli. A scuola si va con i libri e la scuola lucana non può alimentare i giovani su dei libri di testo acquistati altrove, nei grandi supermercati metropolitani.
Si tratta di un discorso difficile di controtendenza rispetto a un sistema civile e sociale omologante e alienante oggi caratterizzato dalle tensioni della globalizzazione della civiltà e della cultura.
Si tratta di un discorso difficile anche perché si deve esorcizzare il rischio di riproporre una cultura del silenzio e della solitudine, la cultura del familismo amorale, una cultura dagli orizzonti ristretti e dallo sguardo breve come la protosociologia degli anni 50 descriveva il nostro profilo identitario.
Chi si inerpica lungo i tratturi dell’Appenino lucano in cima ai borghi, oggi riscoperti fra i più belli d’Italia, non trova panorami ristretti, asfissianti, ma orizzonti amplissimi che si allungano a perdita d’occhio oltre le vallate sottostanti.
Nei vicoli del centro storico di Acerenza, dalla mezza porta aperta si intravede il camino acceso, si sente il profumo di una cucina frugale, ma se sali sul campanile o sulla cupola della cattedrale puoi vedere il mare oltre il tavoliere della lontana Puglia. E se vai a Sasso di Castalda l’orizzonte si allarga all’inverosimile, vai sul ponte alla luna, e vedrai panorami da togliere il respiro, provare per credere! In questi luoghi dove lo sguardo si alimenta di spazio infinito ebbero i natali uomini davvero eccezionali, uomini che oltre ogni metafora si caratterizzarono come soggetti dallo sguardo lungo, di larghe vedute anche se nati nati in piccoli nidi inaccessibili, nidi d’aquila appunto. In questi nidi nascono e poi prendono il volo grandi uomini come Giuseppe De Luca e Rocco Petrone.
Oggi vi presentiamo un volume che vorremmo fosse accolto in tutte le biblioteche di tutti comuni lucani, in tutte le parrocchie lucane, in tutte le scuole lucane. De Luca ha molto da dire alle comunità ecclesiali lucane. La politica solidamente ancorata alle radici cristiane può costituire un punto di riferimento per le comunità civili per le sezioni delle forze politiche sul nostro territorio. Il senso di appartenenza coniugato con la sostenibilità inclusiva può rendere feconda la proposta didattica delle nostre scuole. Questo intendevo dire quando affermavo che i nostri giovani devono essere allevati al seno dalla madre terra di Basilicata.
Mi piacerebbe quanto prima tornare a Sasso di Castalda per presentare un libro su Rocco Petrone magari scritto da un giovane di questa comunità magari con un taglio non semplicemente celebrativo ma propositivo come testimonianza della fecondità personale e sociale dell’impegno e del prendersi cura. Grazie.