Il dottor Angelo Schiavone da Bari esercita la professione di specialista in neurologia, poiché negli ultimi anni frequenta la nostra comunità, è rimasto affascinato dalla bellezza del cosiddetto Busto di Acerenza e dal mistero che avvolge la figura di Giuliano l’Apostata.
La Gelao e molti altri studiosi hanno messo in dubbio che il busto di Acerenza sia l’effige dell’imperatore Giuliano come aveva affermato Lenormant, eppure le iscrizioni sono inequivocabilmente riconducibili a lui. Dunque il senato dell’antica Acheruntia aveva dedicato all’imperatore Giuliano qualcosa. Quale rapporto intercorse tra Giuliano e l’antica Acerenza?
Su segnalazione del dott. Schiavone scopriamo che:
– la famosa rivista “Storica” edita da National Geografic nel recentissimo numero di Gennaio 2011 dedica ben 14 pagine a colori sul personaggio;
– nel 1901 Gaetano Negri pubblica per i tipi della Hoepli un volume di oltre cinquecento pagine sull’imperatore Giuliano con un’immagine del busto di Acerenza, l’unica che, per quanto io ne sappia, ritrae la scultura ancora sul tetto della cattedrale.
Giuliano fu uomo di elevata e finissima cultura classica, eccelse nell’arte militare e nell’amministrazione civile. L’immagine che rileviamo dalla rivista ci presenta Giuliano nelle vesti di sacerdote del dio Serapide.
Giuliano rilanciò anche il culto del dio Mitra, divinità di origine persiana, datore di autorità e vittoria. Dio delle armi e campione degli eroi. Restaurò il culto di Mitra anche attraverso la diffusione dei mitrei, templi sotterranei ospitati in oscure caverne. Non è dunque improbabile che nella vecchia Acheruntia, fortezza militare inespugnabile, Giuliano avesse realizzato un tempio dedicato al dio Mitra.
Inesorabile fu l’azione della chiesa dopo la prematura morte di Giuliano volta a cancellare le tracce di questo titano che aveva tentato di frenare l’espansione del Cristianesimo. In realtà Giuliano non perseguitò i cristiani, egli era tollerante verso tutte le forme di culto. Non riconobbe la religione cristiana come religione di stato, tentò invece di ripristinare la cultura e la civiltà greco romana per frenare la decadenza dell’impero.
Ma come è potuto accadere che una sua presunta effige sia stata elevata in cima alla cattedrale di Acerenza? L’ipotesi che fosse scambiato per San Canio è paradossale. Certo dopo secoli di permanenza in quella posizione anche quella pietra è stata in qualche modo assimilata alla sacralità dell’edificio. Ma chi ha deciso di elevarla in quella posizione non può aver fatto un errore così plateale. Perché allora Giuliano s’è arrampicato in cima alla cattedrale?